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Rimando al mittente le accuse rivoltemi con lo scritto in calce a questo post e ritorno a dire che non ho nulla di personale contro Camillo Monaco, ma come libero cittadino oritano non riesco a rassegnarmi all'idea che si vuol continuare a non far chiarezza su tutto ciò che accadde 150 anni orsono.
Non sto mettendo in dubbio ciò che di buono fece il Monaco ma vorrei capire di cosa veramente si macchiarono quei tre oritani che persero la vita quel giorno di Pasqua. Non voglio fare del revisionismo, non voglio riscrivere la storia, ma voglio solamente capire e nessuno può togliermi il diritto di utilizzare ogni mezzo per solleticare tante coscienze sopite. Sinceramente mi sembra assurdo.... tantissimo assurdo sapere che esistono testi di storici del passato che raccontano minuziosamente fatti verificatisi ad Oria tanti secoli addietro e non avere invece un solo rigo da tramandare ai posteri su ciò che è accaduto appena 150 anni addietro.
Non sono forse libero di poter ricordare la morte di quelle tre persone ..... strappate ai loro cari per cause ancora poco chiare?
Trovo vessatorio nei miei confronti questo atteggiamento (l'unico in verità) ogni qualvolta evidenzio questa anomalia. Comprendo il risentimento dell'amico Filotico in quanto discendente del Camillo Monaco, ma al posto suo, e degli altri discendenti del medesimo, vivi o defunti, da tempo avrei reso pubblico (dandolo alle stampe) tutto il materiale esistente nei propri archivi personali. Ognuno sarebbe libero di farsi una propria idea. Continuare a non farlo fa sorgere inevitabilmente dei dubbi circa la buona fede ... almeno in persone come me.
Quasi sempre la storia in passato non è stata scritta da quei contadini ed artigiani che cita l'amico Filotico, bensì da borghesi ed acculturati secondo ciò che era il proprio punto di vista.
Sono fermamente convinto di ciò anche in relazione a quanto ho scoperto e scritto in un post circa la modifica apportata nel 1966 o 1967 all'originale testo del Corteo Storico e Torneo dei Rioni da persona acculturata tuttora vivente.
Nel nostro caso, ad eccezione del libro scritto dal figlio Attilio Monaco, non abbiamo un solo rigo che sia stato pubblicato a fronte di tanto materiale inedito che dovrebbe certificare (come asserisce Filotico) "l'operato di Camillo Monaco sia prima dell'Unità d'Italia sia sino alla sua morte."
Mi chiedo e chiedo a Filotico se i rimproveri che sta muovendo a me pubblicamente li ha mai mossi anche al prof. Antonio Benvenuto o alla D.ssa A.M.Andriani, la quale in qualità di responsabile della locale sezione dell'Istituto per il Risorgimento Italiano, nel 2006 ebbe a scrivere in un libro:
[……solo uno studio incrociato delle fonti reperibili potrebbe fare emergere più chiaramente la figura di Camillo Monaco.Ricordo a me stesso che circa l'assoluzione (riferita come -piena- da Filotico) di Camillo Monaco per la morte dei Pastorelli e Sartorio nel giorno di Pasqua del 1861, il prof. Benvenuto nel 1985 così ebbe a scrivere:
La proposta editoriale della sua biografia delineata dal figlio Attilio, arricchita anche dell'Albero Genealogico della famiglia Monaco e degli Indici dei nomi e dei luoghi, offrendo altra materia di riflessione, vuole essere un invito ad ampliare e approfondire le ricerche.]
[Il verdetto fu di assoluzione per il Monaco e per tutti gli altri imputati con le seguenti motivazioni:Sono disposto a pubblicare qualsiasi cosa a beneficio della figura di Camillo Monaco che l'amico Filotico volesse inviarmi. Penso di aver dato dimostrazione di averlo già fatto in passato.
- molti omicidi, consumati durante quegli anni di trapasso politico, erano rimasti impuniti;
- la causa era stata celebrata dopo diverso tempo dall'avvenimento dei fatti;
- l'esasperata faziosità dei testimoni a carico e a scarico aveva nociuto alla ricerca della verità.]
Parimenti continuerò a pubblicare eventuali reprimende nei miei confronti a firma dell'amico Salvatore Filotico, riservandomi la facoltà di replicare e difendermi adeguatamente da eventuali accuse come quelle odierne.
Ovviamente l'amicizia con l'amico Salvatore Filotico rimarrà quella di sempre!
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stavolta devo dirti, con molta franchezza, che non condivido assolutamente il tuo modo di approcciare le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
In un momento in cui ci sono forze politiche culturalmente e moralmente retrograde che si permettono di mettere in discussione l'Unità d'Italia e che vorrebbero riportare l'orologio della storia a periodi in cui l'Italia era asservita a dominazioni di vario tipo e fondamentalmente dittatoriali, ti assicuro che nessuno sente il bisogno di creare nuove contrapposizioni o creare una sorta di rimpianto per un periodo oscuro come quello borbonico.
Salvatore Filotico